In libreria e in formato e-book dal 26 novembre 2020
Le storie raccontate attraverso le immagini sbarcano ancora al cinema, ma sono il piccolo e il piccolissimo schermo a farla da padroni. Stiamo assistendo al trionfo delle serie e in questo contesto rivoluzionario, in cui sono entrati con forza nuovi protagonisti in streaming come Netflix e Amazon, gli sceneggiatori hanno solo una certezza: le storie godono di ottima salute.
Scrivere sceneggiature. Dal grande al piccolo schermo entra nel vivo della scrittura televisiva, offre strumenti utili per progettare, realizzare e proporre una fiction televisiva godibile su tutte le piattaforme esistenti. Una creazione di mondi più che di trame, da espandere e da riutilizzare attraverso la pratica dell’adattamento, che il volume esamina mettendo in chiaro le sue procedure. Dal libro al film, dal film alla serie. L’infrazione alla regola chiude il cerchio, attraverso l’analisi di anti-strutture ormai consolidate. Episodiche, corali, non lineari, multilineari, labirintiche, aperte. Punto di partenza per le infrazioni di domani.
Scrivere sceneggiature. Dal grande al piccolo schermo è il secondo volume che la sceneggiatrice, giornalista e story editor Cristina Borsatti dedica alla sceneggiatura cinematografica e televisiva. Se Scrivere per il Cinema e la Televisione, la sua prima incursione sull’argomento, nasceva dall’ambizione ideale di fornire le basi del mestiere, questo manuale aspira ad approfondirlo in chiave contemporanea, puntando i riflettori sulla crescente qualità della scrittura televisiva, su una sempre più intensa proliferazione di riuso e adattamento, sulla costruzione di trame complesse, multilineari, labirintiche.
L’editore è ancora una volta la casa editrice milanese Editrice Bibliografica, la collana è Scrivere, dedicata a chiunque voglia avvicinarsi al mondo della scrittura in tutte le sue molteplici sfaccettature: dal giallo al romanzo rosa, dal thriller alla scrittura sul web, fino alla narrazione autobiografica e alla scrittura per il cinema e la televisione, senza dimenticare i consigli più preziosi per farsi pubblicare.
Il volume firmato da Cristina Borsatti, già autrice di un saggio dedicato a Roberto Benigni e di un volume dedicato a Monica Vitti, docente di sceneggiatura presso l’Accademia di Cinema e Televisione Griffith di Roma, sarà disponibile in libreria e in formato e-book a partire dal prossimo 26 novembre.
Questo è il primo video. Presentato nel canale YOUTUBE con una didascalia che ti presenta gli artisti, i contatti, tutte le informazioni che gli riguardano.
Intanto
grazie per avermi contattata! Iniziamo con il questionario.
Domanda
numero 1: Che cosa significa per te scrivere?
Anni fa ero a Grottaferrata, vicino Roma, in piena estate, leggendo in una biblioteca, piccola, dei libri sulla storia del mio paese di origine. Era la prima volta che leggevo del mio paese nativo, soprattutto di uno storico locale di cognome Palumbo, prima avevo letto a scuola di Calvino, un po’ di libri suggeriti da qualche ragazza. Avevo letto per essere carino, per fare la corte, non per scrivere. E’ un pò come il vecchio muratore del quale scrive D’Annunzio, in Di me a me stesso, che citerò, se riesco a farlo anche in un’altra risposta, che porta al poeta un fiore, visto che era rimasto male del fatto che il fiore non vi era più. Quindi scrivere vuole dire per me consumare il tempo, con le parole in regalo degli autori, che mi portano le loro pagine, il loro testo, quando resto male per qualcosa. Ascoltare le parole per me “ vere “, sottolineo per me, che poi scrivo oggi nel blog, che non sono quelle del paese di origine, della scuola, che sono parole belle, che non ascolto, alla radio, in tv, quasi mai, vuole dire crearmi un mio mondo di lettore.. Dopo l’ascolto di una parola, scatta una lampadina accesa, scrivo se mi interessa, leggo D’Annunzio, oppure altri grandi maestri, mi ricordo che il genio è vicino alla natura.
Domanda
numero 2: Lo sport quanto può aiutare
uno scrittore a rapportarsi con il mondo odierno senza farlo sentire emarginato
o poco socievole?
Lo sport non ti fa rimanere sicuro quello che ti credi tu, ha sempre progetti pronti, si aggiorna, vive il suo tempo. Non è facile scrivere dello sport, proponendo interventi motori, accelerazioni, non si sbaglia, ma sono calcoli difficili, si dovrebbe tornare alla calma, al piacere di passare il tempo e divertirsi, accontentarsi del segno di una presenza.Voglio citare il mio scrittore preferito Sheakespeare, che forse non entra nel discorso sportivo, seppure ” un buco cosmico ” è in agguato, quindi fuori dal proprio mondo, in questo caso, quello sportivo, possiamo trovare risposte, facendo pratica nella scrittura, cosa non facile, possiamo così creare della socialità, il poeta ricorda che dagli occhi delle donne deriva la sua dottrina, sono quelli, le accademie, le arti, sostiene che nutrono il mondo. Questo è per me il confronto tra sport e scrittura, entrambi sono connessi con le persone, non si può non essere socievoli con lo sport, dato che oggi, praticare una disciplina, è questione, sempre di più di forza mentale, per avere la quale è necessario un rapporto con la gente, seppure si deve selezionare il gruppo di persone che ti permette un allenamento tranquillo, non fa troppo ” rumore ” sulle tue performance, sa farti crescere. Accade che lo sport diventa ” impersonale”, che un atleta senza il suo insegnante, allenatore, non riesce più a vedere è privo di riferimenti, quindi non bastano solo le persone, per fare il record personale.
Domanda numero 3: Hai scritto ‘La
filastrocca del minibasket’ un compito motorio, relazionale, terapeutico.
Quanto c’è di te in ciò che hai
scritto e quanto i giovani possono vedere di se stessi?
Il testo un E- Book ha il tema che
hai messo in evidenza, è un testo
piccolo, per essere tradotto in lingua straniera, è in corso la traduzione in
inglese, dopo passerà in francese. E’ un testo che si propone di spiegare come
organizzarsi per fare una lezione, un programma, un intervento, un progetto. Si
deve avere sempre “ stima nei giovani “, proponendo loro, anche con un nome,
come il mio non famoso, le risorse che riteniamo giuste, che vengono dal mondo
della formazione dei tecnici.
Domanda
numero 4: Secondo te i bambini oggi
imparano ancora a memoria le filastrocche come le poesie oppure la tecnologia
le ha soppiantate?
La poesia è bella, ripeterla da bambini a memoria, con l’uso della filastrocca è bellissimo. Il titolo la Filastrocca del Minibasket è stato scelto proprio per il fatto che un bambino, ripeteva sempre alla madre, la filastrocca del 10, in treno mentre andavo a Bologna, io ho colto l’idea, ho pensato che il bambino fosse ingegnoso, , visto che nello sport, soprattutto agonistico, si vive in modo diverso, rispetto alla scrittura, alla poesia, che spesso usiamo per dire che non stiamo bene, lui usava la filastrocca per imparare la matematica. Quindi con me sfondi una porta aperta. Nel discorso sulla cultura, sul benessere, vi sono problemi come la “ videodipendenza “, che si devono tenere d’occhio, spesso per sostituire il software, si fa una fatica impressionante, con Internet, ci sono i rischi e le sfide della comunicazione.
Domanda
numero 5: Nei tuoi blog/siti ci metti
proprio la faccia, nel senso che ti mostri per come sei realmente e metti anche
delle foto tue. Complimenti, è davvero una bella cosa, a tal proposito volevo
chiederti, hai mai pensato di aprire un blog a tema completamente Natalizio?
Magari aprendolo con l’incipit del romanzo di Dickens, canto di Natale?
Lo so è una domanda un po’ bizzarra ma
la vedo una cosa fantastica.
A me del Natale piace la sensazione ottica, ci metto la faccia dappertutto nel Blog, quindi mi fa piacere presentarmi, sapendo che in tanti fanno comunicazione, costruiscono pagine web. Il Natale come visione fantastica di un fantasma nel cuore della notte, è bello come tema, non tocca a me dirlo, Dickens apre con ” Marley era morto “, quindi non crede al fantasma, capirà sulla sua pelle, nella storia, che invece questo ” morto ” esiste, è venuto per fargli dire che la vita gli piace, un modo questo libro per non scordare, spesso dicono le ricordiamo noi gli scrittori le peripezie, le perle di saggezza dei nostri antenati, che magari ci chiamavano solo ” ragazzo “, ” scugnizzo ” ” bambino “. Oggi sono le segreterie, i press- agent, il management, che fissano gli impegni natalizi. Persino i bambini sono contesi per gli eventi natalizi, il momento di “ bontà “ merita attenzione, la pace, la solidarietà anche, seppure mi fermo alle interviste sul blog, non so se riuscirei a resistere a fare il Manager del Natale.
Domanda
numero 6: Riallacciandoci alla domanda
di prima, che ne pensi dello spettro del Natale passato che generalmente viene
a trovare un po’ tutti noi mettendoci malinconia?
La luce che viene, che va via, quando sei abituato che sia sempre vicino a te, il buio che arriva, non fa effetto, quasi mai a Natale, dato che ci si sforza di creare un luogo caldo, illuminato, vivo, come una Chiesa, una Scuola.. Proprio tutte le luci del Natale, quando vanno via, ci portano ad essere di cattivo umore. Il passato, nella letteratura, nell’arte, va vissuto con la giusta attenzione. Il problema dei ricordi è difficile per me, visto che tutti i giorni di festa, non sono stati sempre felici, del Natale, mi piace comunque ricordare, pensando alle poesie di D’Annunzio, le irradiazioni più vive e una coppa di champagne.
Domanda
numero 7: Quali emozioni provi quando sai che un ragazzino magari sconosciuto ha
vinto una menzione d’onore per una poesia o un racconto su temi che
generalmente non tratta più nessuno?
Emozioni tante, anche se non è mio erede, visto che sono sconosciuto pure io, quindi lo apprezzo anche di più, come scrive sempre D’Annunzio, complimenti a chi con un linguaggio sa raccontare la sua vita.
Domanda
numero 8: La poesia per te può essere davvero catartica oppure è solo un qualcosa
di talmente evanescente da non poter essere nemmeno additata come bella, pura,
graziosa ecc?
Il linguaggio poetico è bello, puro, grazioso, poi quando si riferisce a qualcosa è chiaro che siamo in un’altra forma di lettura. Per me la poesia deve essere un testo che fa “ sognare “, che rimane nel segreto, nell’incognito.
Domanda
numero 9: Secondo te la poesia è più
maschile o femminile al giorno d’oggi? Pensi che le donne siano riuscite a
farsi valere anche in ambito poetico oppure c’è ancora molta strada da fare?
Le donne devono coinvolgere tutti. Leggevo di popolazioni, che per questioni religiose, riunivano, nell’antichità gli uomini, per dirsi tutto quello che la donna non doveva sapere. Oggi, invece, le donne partecipano, per me dovrebbero essere Presidente del Consiglio, della Repubblica, sono già delle bravissime scrittrici, professoresse, poetesse. Come ricordano anche i dati statistici si laureano piùdonne che uomini.
Ultima
domanda: ( 10) Negli ultimi anni, nello
sport c’è stato del bullismo tra i giovanissimi, soprattutto razzismo nei
confronti di ragazzi di colore ( calciatori e altri sportivi) scriveresti a
questo riguardo una poesia sul tema citato per solidarietà nei confronti delle
vittime che devono subire ogni giorno soprusi verbali?
Che tipo di allievo hanno oggi i docenti, gli istruttori sportivi, è importante. Non spetta a noi nel transito educativo dire la “ devianza “, che va accertata in modi professionali. Possiamo solo dire che sul territorio deve crescere solidarietà. La poesia te la scrivo qui, accetto la sfida, con poche parole direi ancora D’Annunzio,certe pagine sembrano cercare il confronto con i tappeti di Persia,quindi propongono una superficie piatta, questa è l’idea che mi viene in mente, sai entrare nel pensiero, in questi casi, non è facile, bisogna rispettare privacy e sensibilità, non sempre lo spazio della scrittura esiste. Conoscessi persone famose, tra cantanti, attori, che non conosco purtroppo, girerei la tua domanda loro, dovrebbero spiegare le qualità che ci vogliono, non solo dei prodotti commerciali, quelle vive anche tra gli esseri umani, cosa che fanno sempre, le star della tv, in modo anche carino, a volte anche “ bellissimo “, una ” chance ” da prendere con loro per essere a favore e non contro, guardandoli ed ascoltandoli, soprattutto nella musica e nel cinema.
Grazie per
il tuo tempo Giuseppe, a presto e auguri per tutto.
In molti paesi scrivono a Babbo Natale, In Canada, ad esempio, è stato predisposto un apposito codice postale per le lettere indirizzate a Babbo Natale: H0H 0H0 . Giuseppe Di Summa e il suo indirizzo sono molti i codici che non usano per scrivere, sappiamo che un testo non sempre arriva a destinazione, ad esempio, il nostro compito ” motorio, relazionale, terapeutico, “, dell’E- Book, dal titolo ” La filastrocca del Minibasket “, non è stato consegnato ancora a nessun indirizzo, con codice postale, quindi rimane un testo che non ha ancora conquistato i bambini. Siamo sicuri, invece, che il codice di Babbo Natale, il suo cap, sia molto attivo. Vi ricordo che esiste anche il codice delle visite mediche, anche quelle da un buon medico chirurgo, dove chi vuole imporre la sua comunicazione, potrebbe essere in agguato, non è il nostro caso. Abbiamo spiegato cosa sia un testo, in un intervista, chiesto di leggere e spiegare la propria scrittura, inserendosi nel Natale, che ha il suo percorso di invio di lettere, di mail, il cui copyright va riconosciuto a Babbo Natale.
Vi presento la programmazione, ottenuta usando la mail CAMBIO GIORNO, inserendo il codice di avviamento postale del Natale 2019. Stiamo ancora lavorando per voi per completare la programmazione.
Su CAMBIO GIORNO come al solito, quando si tratta della mia scrittura per bambini, ci sei anche tu Babbo Natale, in Inglese.
BABBO NATALE ” CI PUOI CREDERE ” HA IL PIANO MIGLIORE PER IL NATALE.
Esempio di texture – struttura – nel senso ci consistenza del suono della voce musicale, che è consistente quando sa creare il ” feeling ” giusto.
” Santa Claus have a letter for a kids. For say peace, house, music, and happy holiday ” ( Babbo Natale ha una lettera per bambini. Per dire pace, casa, musica e buone vacanze )
Remember this voice ? The question is Christmas and this holiday is topic for a kids. The argument is happiness and the scrpt is a value of a letter to Santa Claus. ( Ricorda questa voce? La domanda è Natale e questa vacanza è argomento per bambini. L’argomento è felicità e lo scrpt è un valore di una lettera a Babbo Natale )
Abbiamo anche il francese per gli appassionati del TESTO.
Le père Noël a une lettre pour les enfants. Pour dire “paix, maison, musique et bonnes vacances”. Il se souvient de Noël ? La question est Noël et ces vacances sont des prétextes pour les enfants. Le prétexte est le bonheur et le script est une valeur d’une lettre au père Noë
Santa Claus có 1 lá thư dành cho trẻ em. Chúc các em có một mùa giáng sinh an lành trong ngôi nhà ấm cúng của mình, âm nhạc – traduzione dal Vietnamita : Babbo Natale ha una lettera per i bambini. Ti auguro un felice Natale nella tua accogliente casa, musica
Grazie a YOUTUBE alla letterina a Babbo Natale, alla scrittura raccolta, dedichiamo una canzone ” sul tempo a cui credere al Natale “. Si tratta di una canzone sul feeling natalizio che ho scelto tra le tante.
UNA SENSAZIONE OTTICA DEL NATALE. CAMBIO GIORNO E IL NATALE 2019
Dal giorno 8 Dicembre arriva lo speciale dedicato dal blog al Natale, con interviste, notizie, messaggi di saluto. Il Natale non è uno spazio in molti Comuni, se non cura gli affetti, rinsalda legami. Spesso, suona per le vie la musica natalizia, si rappresentano scene, soprattutto della religione cattolica.
CAMBIO GIORNO, non è Scrooge il ” supereroe ” del Natale, che rappresenta delle bellissime scene, da sempre molto apprezzate. Una inimmaginabile torta di mele spolverata di zucchero, per usare Dickens in Canto di Natale, che il vecchio avaro non sa apprezzare, seppure come arriva Scrooge versione buono arriva il denaro per tutti, ci si scorda pure di come ha trattato il suo impiegato. Nel testo si coglie benissimo l’effetto dell’arrivo del Natale, nel cuore di noi umani, grazie all’aiuto di un prezioso spirito, che rimane un fantasma, che nessuno può vedere ed ascoltare, tranne Scrooge, quindi lo spirito del Natale, nel libro di Dickens si alza.
Con noi arriverà sempre il clima del Natale e gli auguri. Uno speciale che è un ” regalo ” per i nostri affezionati. Sapendo che il bambino, si aspetta da Babbo Natale, ad ogni sua battuta un modo per potere essere sereno e ridere. Feste serene siano, in modo che nella vivere la sua festa dicendogli noi adulti, è tuo il Natale, è tuo il Natale, il bambino sia capace di dirlo a tutti il suo ” spirito natalizio “. lo si dica tutti, come fa Scrooge, per la felicità, dopo che si è convertito, dicendo che ” ama la vita e la via lo ama “, Un augurio e che si possano così tornare a vivere giornate di ” buon umore “, con dolci e canzoni, fare coincidere, per una volta, con l’aiuto degli educatori, il suono della strada, con quello della casa, augurandosi partecipazione nella festa. Pace e felicità, speranza, tradizioni tutte presenti nella città, grazie anche ad un buon Sindaco, che dolci, canzoni, film, non fa mancare, a nessuno, per una volta quello che viviamo in casa, sia rappresentato nelle vie colorate del Natale.
Oggi ho il piacere di intervistare l’amico e professionista esemplare Giuseppe Di Summa. Una vita trascorsa nel mondo del basket con una passione vivissima per le nuove forme di comunicazioni. Il suo curriculum parla di esperienze radiofoniche in radio locali e web radio, con una grande conoscenza e studioso della musica internazionale. Ha creato da poco un contenitore che prende il nome di “CambioGiorno”, una nuova espressione del linguaggio comunicativo. Ma con lui discutiamo del legame tra sport e social.
D- Benvenuto sul blog “BlogAlMente”. Ti ringrazio per aver accettato l’intervista, è un orgoglio averti tra le pagine del mio contenitore.
Grazie per l’intervista, che sono sicuro potrà dare notizie sull’economia dell’informazione, sullo stato della macchina, il nostro computer oggi. Cose che tu fai benissimo. Cercherò di essere ordinato nelle mie risposte.
D- Ogni giorno ci accorgiamo che le nostre abitudini sono totalmente cambiate. Tu vivi costantemente tra i social, che noi tutti usiamo, è l’attività di Coach di Mini Basket. Com’è cambiato l’approccio dei ragazzi e dei loro genitori al mondo legato allo sport?
E‘ cambiato molto da quando venti anni fa ho iniziato, diciamo che l’impegno è sempre la cosa più importante, anche se nel lavoro di creazione di una società, di un centro minibasket, appare l’uso dei social, il tuo nome è cognome viene conosciuto anche grazie agli account. L’Istruttore deve sapere valorizzare il contesto educativo, creare delle relazioni concrete, non virtuali, riportare tutto allo sviluppo delle capacità motorie, sottolineare come si debba risolvere, oltre al problema della pigrizia che può dare un social, verso l’attività ludica, anche il problema dell’attenzione tipico nell’ apprendimento di oggi.
D- Internet è veramente un mondo variegato e senza confini. Esiste secondo te , un legame indissolubile tra sport e social? Perché amiamo notificare e condividere le fatiche sportive?
Accade che ti venga detto „ non sei allenatore, non sei atleta, non sei un professionista „, anche sui social, che per molti sono oggi una „ memoria storica „. Che il tuo nome sia ricordato fa piacere, visto che la fatica sportiva va elogiata, questo accade anche grazie ai social, dove a seguito di una vittoria leggiamo subito i post di condivisione del successo. I social vanno comunque utilizzati per creare un legame con i tifosi, per dire in modo esatto quello che fai, per vincere, allenarti. Uno strumento di comunicazione ha sempre il suo momento di analisi e di programmazione. Il social, oggi, ad esempio, viene usato per le dirette su Facebook per seguire la squadra del cuore quando è possibile, cosa interessante, positiva. I social servono anche a studiare il mercato dello sport, dal punto di vista pubblicitario,
D- Nella tua attività di esperto in comunicazione digitale, hai potuto costatare tutti i cambiamenti qui portati in esame, ma c’è qualcosa che sinceramente non pensavi che si propagasse come poi è accaduto?
Non possiamo andare avanti con questo bla, bla, bla, lo dicono molti oggi, i toni devono essere moderati, anche a costo di non pubblicare, post, che possono catturare audience, che sarebbero troppo sopra le righe. Per me bisogna essere molto cortesi con l’interlocutore. Oggi i grandi, influencer sottolineano cosa fare contro gli heaters i cosiddetti leoni da tastiera, che non cercano il confronto.
D- Abbiamo degli stereotipi sbagliati, secondo te, parlando ancora di sport in generale, che ci fanno credere in qualcosa di irrisorio? Il web è realmente come ci viene raccontato?
Se sei qui in campo e fai un canestro, pazzo, magari allo scadere, vai subito tra i video che piacciono ai tifosi, e quindi dai credito alla azione e ci credi ciecamente. Credi a un atto, no sportivo, ma vicino all’habitat che ogni giorno viviamo. Premesso però che fare un’azione del genere è veramente difficile. Il testo a cui credere, multimediale, ha il suo racconto, Il linguaggio dei nuovi media entra nelle nostre case, la nostra percezione è importante, oggi al modo di scrivere ha cambiato gli spazi. Spesso ripetere nelle foto, la sua bella o brutta figura, non è sufficiente. Il mercato del cinema, della letteratura, sa superare le cose banali, come sempre. Voglio salutarti, ricordando il grande sociologo Franco Cassano, che nel testo “Modernizzare stanca” che dice quello che noi dobbiamo recuperare, un esistenza meno competitiva, non orientata solo all’innovazione, nel decidere quale sia la nostra meta.
Stiamo preparando le interviste, i momenti, per vivere insieme il Natale 2019, qui sul Blog. Non sono uno scrittore, sono un ” blogger ” , che incontra nel mio tempo sul web, chi sa scrivere, incontra il pubblico, con il suoi libri, un tempo per imparare, dalle copertina, le facce, degli autori e della autrici, come guardare un testo, conoscerlo.
Photo by Markus Spiske temporausch.com on Pexels.com
Non possiamo stare lontano, da testi a cui credere, da cercare, da incontrare, nel nostro tempo, anche quello dedicato a Natale, quando tra di noi ci sono i sentimenti, i momenti di felicità con i nostri cari. Per i bambini che ci credono, tra noi è il Natale vi è Babbo Natale, difficile non entrare nel gioco, fare vedere immagini nelle stanze, sul computer, equipaggiarsi per la registrazione giusta, spingere per una fusione morbida tra il Natale in carne ed ossa, con quello virtuale, per non farsi dimenticare, per farsi ” fare ” gli auguri, nel modo giusto. Il contenuto principale, sul Blog, rimane l’intervista, che assicura la migliore visibilità, con le modalità oramai collaudate su CAMBIO GIORNO.
TUTTI
GLI EVENTI SARANNO A PARTECIPAZIONE GRATUITA
IL
PROGRAMMA NELLA CAPITALE
Mancano pochi giorni all’inizio della quinta
edizione. Anche quest’anno lo Slow Film Fest sarà una kermesse itinerante e prenderà avvio nella Capitale.
Appuntamento a Romadal 6 all’8 ottobre nel cuore dell’Esquilino, nello Spazio Apollo
11 (Via Nino Bixio, 80A), con un programma attento ai
nuovi linguaggi e alla produzione cinematografica indipendente.
Dopo il successo delle prime quattro edizioni, lo Slow
Film Fest, la prima kermesse interamente dedicata ad una visione
cinematografica “slow”, continua
ad essere un festival itinerante ed esperienziale, “slow” come il concetto alla
base dell’iniziativa. Un evento che punta all’aggregazione e al confronto, non
ad una semplice visione passiva, ad un “rallentamento” che è alla base del
ritrovarsi e dell’incontro.
Al
centro della manifestazione, organizzata da Maria Luisa Celani e Susanna Stivali
per l’Associazione Culturale Muovileidee e diretta da Maria Luisa Celani
(con la collaborazione alla programmazione di Florencia Santucho, Ilaria
Iovine e Cristina Borsatti), le immagini (proiezioni di documentari e cortometraggi sia docu sia di animazione)
e i temi, ma anche passeggiate tra storia e cultura, escursioni, degustazioni,
incontri e matinée con le scuole.
La prima giornata (domenica 6
ottobre), il festival propone una passeggiata alla scoperta della Capitale,
a cura di Irene Ranaldi per Ottavo Colle Associazione Culturale. Titolo
dell’iniziativa: Sulle tracce dell’archeologia industriale tra Testaccio e
Ostiense. Un viaggio nel primo quartiere operaio di Roma, leggendo passi di
Pasolini, cercando riferimenti cinematografici (dal neorealismo italiano a
Ferzan Ozpetek), soffermandosi sulle opere artistiche murarie in quello che
viene considerato il più grande museo di street art di Roma.
Le proiezioni inizieranno lunedì
7 ottobre con alcuni imperdibili corti d’animazione appartenenti alla Sezione
Smart, una vetrina sul “nuovo”, in cui si dà spazio ai giovani autori e
alle nuove forme di sperimentazione cinematografica e audiovisiva, e con i
documentari Unfructured della canadese Chenda Chevannes e Terre di
cannabis di Gianluca Marcon.
Appartenente alla Sezione Wuman
Vision, dedicata a quei documentari, di produzione nazionale e
internazionale, che affrontano l’importante tematica della parità di genere, Unfructured
verrà presentato per la prima volta a Roma. La canadese Chanda Chevannes ritrae
la lotta appassionata della biologa Sandra Steingraber, leader del movimento
popolare più importante di New York degli ultimi anni.
Inserito nella Sezione
Documenta, dedicata ai film documentario indipendenti, di provenienza
italiana ed internazionale, Terre di Cannabis racconta la storia di
Jacopo, deciso a lasciare un lavoro sicuro per inseguire un sogno: trasformare
l’Abruzzo in una regione produttrice di cannabis a scopo terapeutico. Insieme a
un pugno di agricoltori improvvisati pianterà un seme destinato a crescere
contro l’ostilità e il pregiudizio di un territorio difficile.
Martedì 8 ottobre sarà la giornata del pluripremiato documentario “Youth Unstoppable”,
realizzato dalla giovanissima regista esordiente Slater Jewell-Kemker, che
all’età di soli 15 anni ha iniziato a partecipare ai summit ambientali con la
sua macchina fotografica in mano per realizzare un documentario di strettissima
attualità capace di raccontare un movimento giovanile mondiale in gran parte
sconosciuto e incompreso.
È opera di una giovane donna anche
Veleno, opera prima della napoletana Rosaria Della Ragione. Ambientato
nella sua terra, il documentario, prodotto
dalla CGIL Campania, è dedicato a Michele Liguori, tenente dei Vigili Urbani di
Acerra e Eroe della Terra dei Fuochi.
Chiude
il cerchio Overseas di Irene Felici. Ci catapulta in Bangladesh, dove è impossibile poter parlare con
parenti o amici che sono lontani. A tentare di risolvere il problema sono un
gruppo di donne (soprannominate Info Ladies) che portano Internet con sé e lo
distribuiscono in ogni villaggio. Quella di Irene Felici è una riflessione
sulla figura della donna all’interno di una realtà che non favorisce ancora del
tutto l’emancipazione, ma anche sul digitale, sul mezzo tecnologico e sul suo
intervento in una realtà fin ora sprovvista.
Tanti i temi, tra tutti quello
dell’ambiente e dei cambiamenti climatici, che continueranno ad
essere messi in scena anche ad Antrodoco e ad Acquapendente nel
corso dell’intera iniziativa. Una finestra sul mondo che si apre sul Canada, il
sud America e il Bangladesh, tanta animazione e sperimentazione, molti sguardi
femminili sui temi dell’amicizia, della parità di genere, della solitudine
e dell’intolleranza.
Slow Film Fest è interamente a partecipazione gratuita, grazie al contributo della Regione Lazio, al sostegno della Fondazione Cinema per Roma,
City Fest, Cna Roma, i Patrocini di Legacoop Lazio, del Comune di Acquapendente, del Comune di Antrodoco e alle tante preziose collaborazioni a partire
da quelle con l’Accademia di Cinema e
Televisione Griffith di Roma e con il Cisterna Film Festival.
Questo il programma nel dettaglio:
ROMA
6/10
PASSEGGIATA
a cura di Irene Ranaldi per
Ottavo Colle Associazione Culturale.
ore 11:00 – 12:30
SULLE TRACCE DELL’ARCHEOLOGIA INDUSTRIALE TRA
TESTACCIO E OSTIENSE.
Partendo dal museo MACRO (ex Mattatoio) in
piazza Orazio Giustiniani (davanti al nuovo Mercato di Testaccio) arriveremo al
nuovo Ponte della Scienza a Marconi seguendo il filo rosso che lega il primo
quartiere operaio di Roma (Testaccio) e il Mattatoio, con lo sviluppo,
realizzato parzialmente, della prima industria romana (Centrale elettrica
Montemartini, Magazzini Generali, Mercati Generali, Saccheria Sonnino, Ponte
dell’Industria, Granaio dell’urbe, Tipografia Salomone, Mira Lanza, la
raffineria di petrolio Purfina). Il tutto leggendo passi della ricerca di I.
Ranaldi “Testaccio da quartiere operaio a village della capitale”,
Franco Angeli, Milano 2012 e poesie di Pier Paolo Pasolini ambientate nella
zona e i riferimenti cinematografici del regista Ferzan Ozpetek e di maestri
del neorealismo italiano.
Ci soffermeremo a fotografare le tante
opere artistiche murarie che incontreremo nel percorso e che fanno dell’area
Ostiense-Testaccio il più grande museo di street art di Roma.
Giunto alla sua quinta edizione,
lo SLOW
FILM FEST, organizzato dall’Associazione Culturale Muovileidee con il contributo
della Regione Lazio e il sostegno della Fondazione
Cinema per Roma e del CNA Roma e Lazio, con i Patrocini dei Comuni di
Antrodoco, Acquapendente e Tolfa e di LegaCoop Lazio sbarca a Roma, Antrodoco, Tolfa (date in via di definizione) e Acquapendentedal 6 al 27 settembre.
Dopo il successo delle prime quattro
edizioni, lo SLOW FILM FEST, la prima kermesse interamente dedicata ad una visione
cinematografica “slow”, si presenta ai nastri di partenza con un ricco
programma, attento ai nuovi linguaggi e alla produzione cinematografica
indipendente.
Lo SLOW FILM FEST, diretto da Maria Luisa Celani con la
collaborazione alla programmazione di Florencia Santucho e Ilaria Iovine, continua
ad essere un festival itinerante ed esperienziale, “slow” come il concetto alla
base dell’iniziativa. Un evento che punta all’aggregazione e al confronto, non
ad una semplice visione passiva, ad un “rallentamento” che è alla base del
ritrovarsi e dell’incontro.
Al
centro della manifestazione, le immagini (proiezioni di documentari e cortometraggi sia docu sia di
animazione) e i temi, ma anche passeggiate tra storia e cultura, escursioni,
degustazioni, incontri e matinée con le scuole.
Quanto ai temi, lo SLOW FILM
FEST 5.0 abbraccia quest’anno anche il tema dell’ambiente e dei cambiamenti
climatici. Tra i titoli principali, spicca infatti la proiezione del pluripremiato
documentario “Youth Unstoppable”, realizzato dalla giovanissima regista
esordiente Slater Jewell-Kemker, che all’età di soli 15 anni ha iniziato a
partecipare ai summit ambientali con la sua macchina fotografica in mano
per realizzare un documentario capace
di raccontare un movimento giovanile mondiale in gran parte sconosciuto e
incompreso. Per la prima volta a Roma.
È dedicato alla ricchezza del mare
il documentario “Anche i pesci piangono” di Francesco Cabras e Alberto
Moniari. Un ritratto avvincente su come sia ancora possibile tutelare gli
ambienti marini e le risorse umane dipendenti da esso.
È un documentario di speranza
anche “Unfracruted”, che verrà presentato in anteprima nazionale. La
canadese Chanda Chevannes ritrae la lotta appassionata della biologa Sandra
Steingraber, leader del movimento popolare più importante di New York degli
ultimi anni.
La finestra sul mondo di i questa
edizione si apre sul Canada, il sud America e il Bangladesh, a cui è dedicato
il documentario di Irene Felici “Overseas”. In Bangladesh l’assenza è la
mancanza della possibilità di poter parlare con parenti o amici che sono
lontani, ma per fortuna questo appartiene al passato: ci sono delle ragazze (soprannominate
Info Ladies) che portano Internet con sé e lo distribuiscono in ogni villaggio.
Sono le Info Ladies.
La donna sarà ancora al centro
dell’iniziativa, con una sezione interamente dedicata all’universo femminile. E
protagonista sarà anche l’animazione, filo rosso all’interno della sezione
dedicata ai cortometraggi. Dall’argentino “Ailin en la Luna” di Claudia
Ruiz al colombiano “Naranja”, dal film collettivo “En Boca de Luca”
al francese “Guaxuma” di Nara Normade, solo per citarne alcuni. Molti
sguardi femminile che utilizzano l’animazione per soffermarsi sui temi dell’amicizia,
della parità di genere, della solitudine e dell’intolleranza,
Questi alcuni titoli dell’iniziativa
che, come da tradizione, si svilupperà attraverso le sezioni DOCUMENTA, dedicata ai film documentario
indipendenti, di provenienza italiana ed internazionale, WUMAN VISIONS, dedicata a quei documentari, di produzione nazionale e internazionale,
che affrontano l’importante tematica della parità di genere, e SMART, una vetrina sul “nuovo”, in cui si dà spazio ai
giovani autori e alle nuove forme di sperimentazione cinematografica e
audiovisiva.
Slow Film Fest è interamente a partecipazione gratuita, grazie al contributo della Regione Lazio, al sostegno della Fondazione Cinema per Roma,
City Fest, Cna Roma, Legacoop Lazio, i Patrocini Comune di Tolfa, Comune di Acquapendente, Comune di Antrodoco e di Città Slow, e alle tante preziose collaborazioni
a partire da quella con l’Accademia di
Cinema e Televisione Griffith di Roma.