Innocenzo III asserì al papato la natura e l’ufficio del sole (Carducci)
” Il Palazzo “
Parlare e dire di politica, il ritorno del campanile, ci ha visti sulla via della ricerca, con serenità, concluso lo spazio, scritto il testo, non guidato da esigenze di mercato, posso prendermi come scrittore una pausa per un paio d’anni. Gli americani lo chiamano ” business “, a dire il vero è un idea, quella di fare affari, che spesso ci accompagna. Andando sicuri e sereni in molto pensiamo di dovere dimostrare come te la cavi a scrivere un testo, superata l’emozione, al lettore gli dici quello che vuoi, se non hai l’esperienza dalla tua, sei nel pericolo di rendere visibili molte lettere che per le case editrici, il mercato quello vero, sono invisibili.
““Se tre persone pensano la stessa cosa, una di queste tre e superflua.” Franklin Delano Roosevelt.
Entrato nel Palazzo della pubblica amministrazione, dell’Università, della scuola, non puoi commettere l’errore di essere così ” spigliato “, vai in scena con meno giustizia del previsto, ti prepari sin da piccolo al tuo trionfo, non sai che rischi di essere un ” pallonaro “, quindi assieme al limite, ti viene chiesto, quante volti ci porti a ” tre ” ? Ti senti questa domanda come normale, che ti può essere posta, che ti riguarda, puoi dire cose richieste, oppure queste domande, non sono da condividere, concordare, non ti viene in mente di dare informazioni, non solo, manifesti in pubblico, che certe domande non si fanno, che non la critica non ti piace, che vuoi essere vago, non rispondere proprio.
Molti apprezziamo le buone doti di recitazione, anche sullo schermo televisivo, oggi il web permette a tutti, anche ai più timidi, di fare leggere la nostra poesia, seppure le doti per arrivare al cinema, in tv, ci vogliono ancora. A questa comunicazione, scelta da tutti per competere, ti senti di dovere essere alleato, puoi usarla, per convincere, per occupare, le zone altrui, con il corpo sociale, con il corpo in pubblico, dove, per il contatto, ci vuole il permesso, non solo, spesso, molti non vogliono sapere chi sei, le tue cose personali, intime.
Le pubbliche amministrazioni, quelle dei palazzi, gestiscono anche molte biblioteche pubbliche, ti dicono che è interessante leggere, questo è bello quando abbiamo da costruire un futuro in comune, quindi dopo le riflessioni sulle comunicazioni vincenti, ti senti di rispondere sul tuo stare a 3 ?
Dal papiro all’attuale editoria, con il web compreso, abbiamo costruito un mondo migliore. Un libro, letto in una buona sede, insegna a pensare, a riflettere, in molto luoghi è come portare civette ad Atene, per usare Aristofane, vuole dire fare un’attività superflua, inutile, che non serve a niente. Come possa questo accadere in un palazzo è cosa difficile da spiegare, di dovere cercare il testo il libro, politico, che non ci rende un peso, con considerazioni, di natura superflua.

Vi sono concetti che spingono a molte riflessioni, qui hai letto di politica, non tutti riescono a fare qualcosa di nuovo, tipo lasciare la macchina da scrivere per il computer, creare un blog. Come scrittore mi prefiggo di presentare la vittoria della ” volontà “, in molti dicono che volere è potere, un uomo che nella sua vita comune con gli altri non risponde a continue domande, studia nel tempo il modo migliore per mantenere una certa distanza da un palazzo, agisce con il suo nome intraprende la sua via della ricerca.E’ inevitabile, intrigante, che una buona scuola faccia discorsi che rendono pieni i giornali, i libri, che sono nella mani degli accademici, nel conoscere gli autori il popolo dei lettori è spesso felice di questo. Agire, scrivere, giustificarsi, proporre un ideale, non sono dire quello che è famoso, puoi dire quello che trovi utile per intendere. Lo scrittore prova una serie di sofferenze, sa bene che l’uomo non lavora solo per necessità ma anche per buona volontà, citando Tischner ( 1982 ), come adulto sa che c’è la rivalità, che c’è il momento in cui una conoscenza svanisce. I personaggi umili, quelli che hanno sul viso ogni patimento, lottano con quelli che sono bravi a rendere la comunicazione ” invisibile “, impersonale, anonima. Una persona per affermarsi nel lavoro, nella scuola, in ogni luogo del proprio paese, lotta con se stesso, Gassman, attore, ad esempio, si iscrive ad un accademica per comprendere voce, dizione, uso millimetrico degli effetti, non basta essere pensatore, i temi vanno conosciuti, ampliati, con la propria ricerca.Ho dovuto usare una tecnica di scrittura per parlare e dire di politica, ho scritto, riletto, pubblicato, chiesto al lettore un opinione, poi ho deciso di rileggere tutto per sessanta volte di fila, ho avuto sempre cifre diverse, calcoli differenti, è stato difficile compararmi ad un libro, un e-book in un primo momento mi è sembrato fattibile, poi ho ridotto ad una serie di riflessioni, libere dal vincolo della pubblicazione editoriale, ho fatto uscire fuori e girare tra gli scrittori le mie parole. Leggendo, ora, ti senti superfluo, oppure vuoi partecipare ? Nel 1932, la risposta a Roosevelt, viene dal giornalista Lippmann, che lo definì arrampicatore sociale, senza nessuna qualifica particolare, per diventare Presidente, seppure il nostro Roosevelt si dimostrò un forte candidato democratico, è lui, che poi arriva al ruolo, all’incarico pubblico, che spiega il suo destino, per dire, che i valori, non sono solo, quelli del profitto economico, che troppo esaltati, troppo messi in piazza, con troppe domande e risposte, non solo, ci fanno giungere a 3, cioè ad essere superflui, ci circondano di poca empatia, ci fanno perdere fiducia, in noi, negli altri.