
1- Presentaci il tuo modo di leggere, di scrivere, come ti connetti con le parole oggi, in modo tradizionale, oppure ami usare le nuove tecnologie, ti piace preparare grandi storie, oppure concentrarti su piccoli racconti ?
Amo leggere, da quando iniziai a imparare a leggere. Per me ogni parola ha un suo significato e a volte preferisco ripetere la parola, piuttosto che non far passare il giusto concetto. Ogni mio libro è studiato nei minimi dettagli, nulla è lasciato al caso nemmeno i nomi dei personaggi. Utilizzo le nuove tecnologie per informarmi su argomenti a me sconosciuti, ma prediligo ancora il libro cartaceo per le mie ricerche. Lo compro, se lo trovo utile per le idee future, altrimenti lo prendo in prestito in biblioteca. Tutte le storie sono grandi anche nella loro piccolezza, se devo sentirmi vincolata dal numero dei caratteri e delle parole, il mio blocco dello scrittore compare. L’argomento trattato per me è come un cerchio, grande o piccolo che sia, va chiuso. E se per schiavitù dei caratteri si perde il senso e non si rende comprensibile la storia allora meglio scrivere un romanzo piuttosto che piccoli racconti.
2- Come documentari su di te, come fare la tua conoscenza, presentaci in sintesi, sino ad ora cosa hai scritto, come è andato il tuo tempo di scrittrice, cosa hai trovato di bello nel pubblico ?
Il mio tempo di scrittrice è sempre stato tiranno come il tempo di tutte le cose. Avrei voluto dedicare più tempo alla scrittura e alla promozione dei miei libri,ma ahimè ci sono sempre stati eventi nella mia vita che hanno toloto tempo al tempo. Ho già pubblicato un giallo e una biografia di donna, di cui ormai ho solo copie in garage, a cui spero presto di togliere la polvere e rimettere sugli scaffali delle librerie. Ho trovato un bel pubblico, limitato nel numero, ma non nell’intelletto. Chi ha letto i miei libri, ha solo potuto fare apprezzamenti non solo sul soggetto del libro ma anche sul mio metodo di scrittura: un italiano che non si legge più nei libri moderni, quasi un italiano “antico”.
3- Di quali personaggi ti piace riempire un libro ?
I miei personaggi sono ispirati a persone realmente conosciute caratterizzate da elementi di psicologia studiate. Sono uomini e donne di carattere specifico. La scelta dei nomi presi dal dizionario dei nomi, mi aiuta ancora di più a descrivere il personaggio.
4- Cosa ti fa sognare in un libro, una poesia, cosa ricordi ?
La forza delle parole mi deve far vedere in immagini ben chiare quello che sto leggendo. Devo entrare nel personaggio che mi piace di più, che non deve per forza essere il protagonista della storia.
5- Cosa ti piace sia riconosciuto di tuo in un testo, hai mai pensato ai contenuti delle notizie, dei giornali delle inchieste,degli insegnamenti, come spazio aperto per una storia, oppure nasce tutto dalla tua fantasia ?
Nei miei testi deve essere riconosciuta la veridicità e la verita della storia. Le scene del libro che scrivo devono essere reali e realizzabili. Uso la fantasia solo per estremizzare i caratteri dei miei personaggi.
6- Presentaci il tuo attuale lavoro ?
Il libro, una raccolta di monologhi di una coscienza, non è altro che un modo per spiegare nella vita di tutti i giorni come funziona e che cos’è. Diverse sono le filosofie e altrettante le teorie biologiche sulla coscienza che si insinuano nelle vicende dei due ragazzi che sembrano essere i protagonisti della storia, ma in realtà l’unico vero protagonista è proprio il cervello e la sua coscienza o in-coscienza.
7– Progetti per il futuro ?
Mi piacerebbe continuare a scrivere una raccolta di monologhi con protagonista il cervello, inserito in altre vicende della vita. Devo solo capire se questo genere riesce a coinvolgere il pubblico e far si che venga apprezzato.

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