Intervista a Silvia Lisena.

Quali sono i tuoi canoni di scrittura, se vuoi farlo, puoi rendere nota una dedica, su un tuo libro, su altri che hai comprato, che ti ha fatto molto piacere ?

Il mio libro è dedicato, in modo generico, a tutti coloro che sono “alla ricerca”, che ne è un po’ la parola chiave. Siamo tutti sempre alla ricerca di qualcosa e sapere che da qualche parte nel mondo c’è qualcun altro che condivide tale percorso è ciò che salva,

Il titolo ” Lacerti di anima “, come è nato, se la tua poesia, il tuo scrivere, è un esilio, oppure fa uscire fuori, nonostante la sofferenza, la condivisione dell’importanza del presente quando scrivi, non solo quali sono le tue riserve giovanili, sullo ieri, su cosa non riesci a tacere, cosa ti colpisce di quello che viviamo oggi ?

La mia poesia è uno strumento per uscire fuori: dare voce alla sofferenza è una catarsi per ricominciare a vivere. L’ambiente circostante ci colpisce e a volte ci cambia, e la scrittura ha il compito di indagare tale impatto. “Lacerti di anima” perché sono esperienze che hanno caratterizzato il mio percorso esistenziale.


Finire, portare a termine, soddisfare la propria realtà, nei versi, nella poesia, vuole dire a volte svalutare una parte di essa, anche non viverne una parte, cosa è nella tua scrittura di reale, che credi di non potere eliminare, anche in parte, cosa invece di fantastico ti piace appaia ?

Nella scrittura di quest’opera tutto, o quasi, è reale. Non credo sia una svalutazione della mia realtà ma esattamente il contrario.


Personalità e capacità creativa, sono nella vita dello scrittore, per te quali sono i pericoli, gli errori, in cui una persona, anche al debutto, deve stare attenta, per non fare cadere, fare morire la sua vena creativa ?

 Essere se stessa, ecco la cosa più importante: non conta avere subito successo ma trasmettere emozioni.


Parlarci del percorso di presentazione del tuo libro.

 Lo scorso 15 maggio l’ho presentato dal vivo nel mio paese, dopo varie presentazioni online. E’ stata un’emozione incredibile anche perché c’erano parenti, amici e colleghi: è stato un po’ come essere nel salotto di casa.


Cosa ne pensi dei social oggi, della loro voce, che unisce tutti noi, la consideri una comodità, una connessione che aiuta una specie di lavoro, oppure hai altre idee ?

I social sono dei buoni veicoli di comunicazione e di divulgazione di contenuti se si sa come utilizzarli. Non bisogna demonizzarli se la colpa è dell’imprudenza umana.

Progetti per il futuro….

Un romanzo su un tema abbastanza tosto che solleverà non poche riflessioni.

Pubblicato da cambiogiorno

Un progetto web concluso ed archivato

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