Era l’11 settembre- Mirko Tondi

Mirko Tondi, che io ho conosciuto per l’amore per i brani musicali, in passato, lo incontriamo oggi per presentare un libro, seppure la prima domanda la riservo alla musica. Sei è ancora attento, a quello che propone, il circuito musicale ?

Intanto rivolgo un saluto a tutti e grazie di avermi invitato a rilasciare questa intervista, per uno scrittore è sempre importante poter parlare dei suoi libri. Riguardo alla musica, ricordo con molta nostalgia i tempi in cui facevo radio, e ovviamente rimango sempre sintonizzato sulle novità della scena musicale, certo. Sono soprattutto un appassionato, più che un vero esperto. Tutto sommato ho anche una discreta selezione musicale in vinile e ascolto un po’ di tutto: dal rock all’indie, dal jazz alla musica classica, l’alternative, il blues, il folk, ma soprattutto la musica soul, che rimane il mio genere preferito (prima o poi ci scriverò qualcosa). Mi piace anche scoprire nuovi artisti, sia italiani sia internazionali, e per questo mi affido alle riviste, al web (per esempio semplicemente alla riproduzione casuale di YouTube o a Spotify) e ai consigli degli addetti ai lavori. Per ogni mio libro, poi, creo una particolare colonna sonora: se, per esempio, per Istruzioni di fuga per principianti (Caffèorchidea, 2017) si trattava di brani country e folk, per Era l’11 settembre invece ho scelto quasi esclusivamente pezzi di musica classica, che erano più in tono con la storia;

Entriamo adesso nella scrittura. Un titolo che presenta la storia di un anziano, che vuole mettere su carta le sue memorie, in cosa è nuova la storia, per lui, quando va nelle mani del biografo, che sceglie per raccontarla ?

Nel libro ci sono due personaggi: Nando Barrella, che è sull’ottantina, e un biografo e ghostwriter, che ha la metà dei suoi anni. Il primo non sa affatto scrivere, per questo decide di affidarsi al secondo. Le sue memorie in quel momento sono sfuggenti, rischiano di dissolversi, così Barrella sente il bisogno di fissarle una volta per tutte. Il suo obiettivo principale, in realtà, non è tanto di testimoniare il proprio dolore ma vedere per iscritto una sorta di confessione, nella quale colpevolizza sé stesso per la morte del figlio, così da incidere il suo senso di colpa nell’eternità;

Come hai scelto questo tipo di storia. che non solo scrive dell’anziano, della sua famiglia, si confronta anche su come la nostra società ha vissuto dell’11 Settembre ?

Sì, per me la storia dei due personaggi principali serviva da puro pretesto per cercare di raccontare qualcosa di molto più ampio, uno spaccato della società dei nostri tempi. Si parte dall’11 settembre del 2001, giorno dell’attentato al World Trade Center, ma allo stesso tempo il giorno in cui muore il figlio di Barrella in un incidente stradale. Queste due diverse tragedie, una personale e una di portata mondiale, corrono in parallelo nel romanzo; come si dice nella quarta di copertina, si tratta dell’incontro tra due decadenze. Il cerchio si chiude con gli attentati di Nizza nell’estate del 2016, e mi interessava focalizzarmi su questi quindici anni per cercare di capire come li abbiamo assimilati, che tracce hanno lasciato in noi, un senso di precarietà e di inquietudine generale, ma anche dietrologie e teorie del complotto;

Come scrittore descrivi l’anziano come padre, come marito, il suo rapporto con gli affetti, presentacelo in questo senso ?

Nando Barrella è la tipica persona che sente di aver sbagliato tutto nella vita: come padre, non si è mai sforzato di comprendere il figlio, e anzi ha sempre avuto un rapporto conflittuale con lui; come marito, ha tarpato le ali ai sogni della moglie e non l’ha mai valorizzata veramente, anzi l’ha costretta in un angolo, impedendole di sviluppare una sua personalità. Dunque a livello affettivo il personaggio si presenta bloccato, un coagulo di sentimenti negativi o inesplorati, se non addirittura repressi. Inconsciamente, sa che il libro potrà aiutarlo a liberasi da questo ingorgo emotivo, rivelandosi e compiendo quello che in genere viene definito un atto terapeutico: raccontarsi;

Cosa invece, hai voluto inserire, nel libro, di particolarmente significativo, che riguarda la nostra società e il suo modo di vivere l’undici settembre ?

Come detto in precedenza, i personaggi agiscono in primo piano, ma sullo sfondo c’è la società con tutte le conseguenze che quei terribili attentati hanno comportato. Un aspetto che mi piace rimarcare, giacché ritorniamo su questo punto, è quello relativo allo strapotere dell’informazione. Il libro mi serviva anche per lanciare questo messaggio, qualcosa che possiamo constatare anche oggi con la situazione che stiamo vivendo a proposito del Coronavirus: il cosiddetto “bombardamento mediatico” è uno stillicidio di notizie nefaste, che giungono ogni giorno e a ogni ora del giorno da più direzioni. Come sosteneva il sociologo e filosofo Jean Baudrillard, il nostro mondo è dominato dal concetto di “iperrealtà”, per cui non esisterebbe più una realtà a sé stante ma una realtà filtrata dalla televisione, una realtà di grado superiore affidata alle immagini che vediamo;

La nuova generazione a quali memoria arriva, in questa storia, in cosa è importante il rapporto tra l’anziano e il giovane biografo, quali ” miti “, ad esempio, vengono raccontati ?

Il rapporto tra i due può considerarsi sicuramente un’amicizia, o almeno è questo che diventa col tempo in cui i due si frequentano. Ma il biografo vede in Barrella anche una figura paterna, visto che pure lui non aveva con suo padre un rapporto idilliaco, affatto. Riguardo alla nuova generazione, c’è senz’altro la presenza imperante dei social. Non so se questo si possa considerare un “mito” della nostra epoca, ma i social sono ormai parte integrante delle nostre vite. Nel libro c’è soprattutto il riferimento a Facebook, anche perché è stato scritto qualche anno fa; tutto sommato, nelle ultime revisioni ho preferito comunque evitare di parlare di Instagram (di sicuro oggi più popolare e diffuso tra i giovanissimi), anche quando nel libro si narrano i fatti del 2016. Il personaggio del biografo è sulla quarantina e vive di interessi culturali, per questo Instagram non mi sembrava il mezzo più adatto a rappresentare il suo universo;

Come presenterai il libro, in questo periodo, particolare, per fare conoscere il proprio lavoro ?

Purtroppo il libro è uscito proprio in coincidenza con l’esplosione della pandemia, per cui finora non ho potuto fare molto, anzi ho dovuto giocoforza annullare tutti gli eventi programmati. Per il momento mi sto muovendo attraverso la rete, rilasciando interviste come questa, cercando recensioni, facendo video promozionali e rinnovando di tanto in tanto la notizia che il romanzo esiste. Tuttavia questo è un libro in cui credo, e quando si potrà tornare alla normalità riprenderò da dove avevo lasciato, cominciando a presentarlo in giro. Sono sicuro che, al contrario di me, non invecchierà col tempo


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