Joyce e Trieste

Uno scrittore ha bisogno di un posto tranquillo dove vivere bene, oggi molti pensano che la città sia un posto dove fare il supermercato con la moglie solamente, una città come quella triestina ha visto entrare in essa per insegnare inglese il famoso scrittore. Nel 2004 viene realizzata sul Ponterosso una statua dedicata allo scrittore, che ha fatto vivere a chi scrive le ” allucinazioni ” triestine, visto che ho cercato i dolci triestini resi da lui famosi presnitz, non ricordandomi mai come si chiamano. Si racconta di un amicizia tra Joyce ed Italo Svevo, si ricorda che cambiò ben otto abitazioni, nell’arco di 10 anni, quindi anche lui aveva, per soldi, come tutti, difficoltà a vivere bene. Cambiava professione spesso a Trieste, doveva resistere alle umiliazioni, visto che veniva da famiglia alto locata irlandese, qualcosa sarà successo con la sua famiglia, vi chiedete, per non vivere più bene, scegliere l’esilio in terra triestina, non aveva sposato la morale cattolica della sua famiglia, che gli lascia in eredità dal padre delle buone abilità nel canto, con le quali guadagnerà qualcosa, era un apprezzato tenore, poi non ebbe fortuna. Si sentiva dire in patria ” lei ha scatenato una rissa “, ed era vero, da ubriaco lo aveva fatto, un modo per dire che non viveva bene, Berlitz School, sembrava la soluzione migliore, convinto di andare a Zurigo, fu invece, con inganno dirottato a Trieste, dove diede lezioni anche al Conservatorio di Musica.

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