Sakè, un brano che invita a vivere il mondo come si vuole, nel video, ti affacci al balcone, solo vasi, nemmeno un fiore, quindi i fiori da comprare sono tuoi. Come oggi l’amore da occhi alla nostra quotidianità, nel video, girato a Venezia, si alternano luoghi malinconici, con la tua presenza ironica. Come nasce questa canzone ?
L’ho scritta un anno fa. Volevo liberarmi del superfluo, di tutto l’extra che ci riempie le vite e che a volte, almeno nel mio caso, mi stava distogliendo dalle cose che contavano sul serio. Volevo riappropriarmi della mia vita e di quello che mi circondava e ho capito che l’unico modo per farlo fosse seguire le mie sensazioni, i miei sogni e le mie esperienze. Ci ho pensato per un po’ di giorni e come spesso accade ho sentito l’esigenza di riassumere tutto quello che mi era passato per la testa in una canzone. Non l’ho cercata, è uscita da sola.
Nasce il tuo percorso artistico nel 2019, cosa di emozionante sino a questo momento ti ha ricompensato dai sacrifici, cosa pensi, invece, ci sia da migliorare ?
Il mio percorso artistico in realtà nasce molto prima, semplicemente avevo un rapporto molto intimo con quello che scrivevo e lo facevo per me. Il 2019 è stato un anno molto importante ma la musica è sempre stata parte della mia vita. Penso si possa sempre migliorare, alla fine un percorso artistico ti offre talmente tanti spunti che sei sempre nella condizione di migliorarti, di scrivere in modo nuovo. Sicuramente stare fermi non è un’opzione per quanto mi riguarda. Però non parlerei di sacrifici, chi fa musica e scrive canzoni risponde per prima cosa ad una necessità. Per me sarebbe un sacrificio non farlo.

Il brano è disponile su tutte le piattaforme digitali, il video ovviamente è su Youtube, si può entrare in contatto con te su Instagram , in questo momento i social sono fondamentali, come ha accolto il pubblico il tuo brano ?
Sakè è piaciuta molto, è stata un ottimo modo per presentarsi e anticipare l’EP.
Quale è il messaggio della canzone Sakè, dovendolo consegnare, a chi ti ascolta, cosa hai voluto trasmettere con questa canzone ?
Di concentrarsi per prima cosa su ciò che si è e si sogna. Di ricordarsi da dove si viene. Di mantenere una propria visione del mondo. Siamo noi a dare un senso alla nostra vita, in tutte le cose, partendo dal quotidiano.
E’ previsto un EP di cinque canzoni, “Sogni In Saldo”, pensi che i sogni di un musicista siano in linea con il suo essere a volte sopra le righe, un po’ fuori dalle convenzioni, in lotta, con i vantaggi commerciali, oppure il sogno sia proprio quello di riuscire a suonare, come lavoro, anche accettando i moderni discorsi di marketing ?
Ognuno ha i suoi sogni, non penso si possa generalizzare. Il titolo nasce perché il percorso che mi ha portato a produrlo è stato molto naturale, senza troppi sforzi, anche grazie al supporto di Pablo Davilla. Quando vedi il risultato del tuo lavoro il sogno diventa realtà; considerata la fluidità con la quale tutto è successo ho deciso per “Sogni in Saldo”.
Parlaci, in conclusione, di questo EP, che tipo di canzoni ascolteremo, poi spiegaci, come la musica ti fa sentire meglio, se esiste, ad esempio, un pezzo, che ti rende felice, che suoni spesso ?
E’ un EP-presentazione. Mi sono voluto presentare: ciascun brano sottolineerà una mia caratteristica, sia dal punto di vista del sound che da quello dei testi. La musica ha, come altre forme d’arte, il potere di portarti in un’altra dimensione. A volte ti fa dimenticare i problemi, altre invece amplifica certi sentimenti. Non ho un pezzo particolare che suono per tirarmi su. Anche perché a volte hai bisogno di tirarti su, altre invece di pensare, dipende…di solito quando sento l’esigenza di esprimermi attraverso la musica scrivo un pezzo nuovo, forse sì, quella è la cosa che mi fa stare meglio.
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