Roberta Canu intervista Giuseppe Di Summa

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UNA SENSAZIONE OTTICA DEL NATALE

Roberta Canu intervista Giuseppe Di Summa

Questionario per Giuseppe di Summa:

Intanto grazie per avermi contattata! Iniziamo con il questionario.

Domanda numero 1:  Che cosa significa per te scrivere?

Anni fa ero a Grottaferrata, vicino Roma, in piena estate, leggendo in una biblioteca, piccola, dei libri sulla storia del mio paese di origine. Era la prima volta che leggevo del mio paese nativo, soprattutto di uno storico locale di cognome Palumbo, prima avevo letto a scuola di Calvino, un po’ di libri suggeriti da qualche ragazza. Avevo letto per essere carino, per fare la corte, non per scrivere. E’ un pò come il vecchio muratore del quale scrive D’Annunzio, in Di me a me stesso, che citerò, se riesco a farlo anche in un’altra risposta, che porta al poeta un fiore, visto che era rimasto male del fatto che il fiore non vi era più. Quindi scrivere vuole dire per me consumare il tempo, con le parole in regalo degli autori, che mi portano le loro pagine, il loro testo, quando resto male per qualcosa. Ascoltare le parole per me “ vere “, sottolineo per me, che poi scrivo oggi nel blog, che non sono quelle del paese di origine, della scuola, che sono parole belle, che non ascolto, alla radio, in tv, quasi mai, vuole dire crearmi un mio mondo di lettore.. Dopo l’ascolto di una parola, scatta una lampadina accesa, scrivo se mi interessa, leggo D’Annunzio, oppure altri grandi maestri, mi ricordo che il genio è vicino alla natura.

Domanda numero 2: Lo sport quanto può aiutare uno scrittore a rapportarsi con il mondo odierno senza farlo sentire emarginato o poco socievole?

Lo sport non ti fa rimanere sicuro quello che ti credi tu, ha sempre progetti pronti, si aggiorna, vive il suo tempo. Non è facile scrivere dello sport, proponendo interventi motori, accelerazioni, non si sbaglia, ma sono calcoli difficili, si dovrebbe tornare alla calma, al piacere di passare il tempo e divertirsi, accontentarsi del segno di una presenza. Voglio citare il mio scrittore preferito Sheakespeare, che forse non entra nel discorso sportivo, seppure ” un buco cosmico ” è in agguato, quindi fuori dal proprio mondo, in questo caso, quello sportivo, possiamo trovare risposte, facendo pratica nella scrittura, cosa non facile, possiamo così creare della socialità, il poeta ricorda che dagli occhi delle donne deriva la sua dottrina, sono quelli, le accademie, le arti, sostiene che nutrono il mondo. Questo è per me il confronto tra sport e scrittura, entrambi sono connessi con le persone, non si può non essere socievoli con lo sport, dato che oggi, praticare una disciplina, è questione, sempre di più di forza mentale, per avere la quale è necessario un rapporto con la gente, seppure si deve selezionare il gruppo di persone che ti permette un allenamento tranquillo, non fa troppo ” rumore ” sulle tue performance, sa farti crescere. Accade che lo sport diventa ” impersonale”, che un atleta senza il suo insegnante, allenatore, non riesce più a vedere è privo di riferimenti, quindi non bastano solo le persone, per fare il record personale.

Domanda numero 3: Hai scritto ‘La filastrocca del minibasket’ un compito motorio, relazionale, terapeutico.

Quanto c’è di te in ciò che hai scritto e quanto i giovani possono vedere di se stessi?

Il testo un E- Book ha il tema che hai messo in evidenza,  è un testo piccolo, per essere tradotto in lingua straniera, è in corso la traduzione in inglese, dopo passerà in francese. E’ un testo che si propone di spiegare come organizzarsi per fare una lezione, un programma, un intervento, un progetto. Si deve avere sempre “ stima nei giovani “, proponendo loro, anche con un nome, come il mio non famoso, le risorse che riteniamo giuste, che vengono dal mondo della formazione dei tecnici.

Domanda numero 4: Secondo te i bambini oggi imparano ancora a memoria le filastrocche come le poesie oppure la tecnologia le ha soppiantate?

La poesia è bella, ripeterla da bambini a memoria, con l’uso della filastrocca è bellissimo. Il titolo la Filastrocca del Minibasket è stato scelto proprio per il fatto che un bambino, ripeteva sempre alla madre, la filastrocca del 10, in treno mentre andavo a Bologna, io ho colto l’idea, ho pensato che il bambino fosse ingegnoso, , visto che nello sport, soprattutto agonistico, si vive in modo diverso, rispetto alla scrittura, alla poesia, che spesso usiamo per dire che non stiamo bene, lui usava la filastrocca per imparare la matematica. Quindi con me sfondi una porta aperta. Nel discorso sulla cultura, sul benessere, vi sono problemi come la “ videodipendenza “, che si devono tenere d’occhio, spesso per sostituire il software, si fa una fatica impressionante, con Internet, ci sono i rischi e le sfide della comunicazione.

Domanda numero 5: Nei tuoi blog/siti ci metti proprio la faccia, nel senso che ti mostri per come sei realmente e metti anche delle foto tue. Complimenti, è davvero una bella cosa, a tal proposito volevo chiederti, hai mai pensato di aprire un blog a tema completamente Natalizio? Magari aprendolo con l’incipit del romanzo di Dickens, canto di Natale?

Lo so è una domanda un po’ bizzarra ma la vedo una cosa fantastica.

A me del Natale piace la sensazione ottica, ci metto la faccia dappertutto nel Blog, quindi mi fa piacere presentarmi, sapendo che in tanti fanno comunicazione, costruiscono pagine web. Il Natale come visione fantastica di un fantasma nel cuore della notte, è bello come tema, non tocca a me dirlo, Dickens apre con ” Marley era morto “, quindi non crede al fantasma, capirà sulla sua pelle, nella storia, che invece questo ” morto ” esiste, è venuto per fargli dire che la vita gli piace, un modo questo libro per non scordare, spesso dicono le ricordiamo noi gli scrittori le peripezie, le perle di saggezza dei nostri antenati, che magari ci chiamavano solo ” ragazzo “, ” scugnizzo ” ” bambino “. Oggi sono le segreterie, i press- agent, il management, che fissano gli impegni natalizi. Persino i bambini sono contesi per gli eventi natalizi, il momento di “ bontà “ merita attenzione, la pace, la solidarietà anche, seppure mi fermo alle interviste sul blog, non so se riuscirei a resistere a fare il Manager del Natale.

Domanda numero 6: Riallacciandoci alla domanda di prima, che ne pensi dello spettro del Natale passato che generalmente viene a trovare un po’ tutti noi mettendoci malinconia?

La luce che viene, che va via, quando sei abituato che sia sempre vicino a te, il buio che arriva, non fa effetto, quasi mai a Natale, dato che ci si sforza di creare un luogo caldo, illuminato, vivo, come una Chiesa, una Scuola.. Proprio tutte le luci del Natale, quando vanno via, ci portano ad essere di cattivo umore. Il passato, nella letteratura, nell’arte, va vissuto con la giusta attenzione. Il problema dei ricordi è difficile per me, visto che tutti i giorni di festa, non sono stati sempre felici, del Natale, mi piace comunque ricordare, pensando alle poesie di D’Annunzio, le irradiazioni più vive e una coppa di champagne.

Domanda numero 7:  Quali emozioni provi quando sai che un ragazzino magari sconosciuto ha vinto una menzione d’onore per una poesia o un racconto su temi che generalmente non tratta più nessuno?

Emozioni tante, anche se non è mio erede, visto che sono sconosciuto pure io, quindi lo apprezzo anche di più, come scrive sempre D’Annunzio, complimenti a chi con un linguaggio sa raccontare la sua vita.

Domanda numero 8:  La poesia per te può essere davvero catartica oppure è solo un qualcosa di talmente evanescente da non poter essere nemmeno additata come bella, pura, graziosa ecc?

Il linguaggio poetico è bello, puro, grazioso, poi quando si riferisce a qualcosa è chiaro che siamo in un’altra forma di lettura. Per me la poesia deve essere un testo che fa “ sognare “, che rimane nel segreto, nell’incognito.

Domanda numero 9: Secondo te la poesia è più maschile o femminile al giorno d’oggi? Pensi che le donne siano riuscite a farsi valere anche in ambito poetico oppure c’è ancora molta strada da fare?

Le donne devono coinvolgere tutti. Leggevo di popolazioni, che per questioni religiose, riunivano, nell’antichità gli uomini, per dirsi tutto quello che la donna non doveva sapere. Oggi, invece, le donne partecipano, per me dovrebbero essere Presidente del Consiglio, della Repubblica, sono già delle bravissime scrittrici, professoresse, poetesse. Come ricordano anche i dati statistici si laureano più donne che uomini.

Ultima domanda: ( 10) Negli ultimi anni, nello sport c’è stato del bullismo tra i giovanissimi, soprattutto razzismo nei confronti di ragazzi di colore ( calciatori e altri sportivi) scriveresti a questo riguardo una poesia sul tema citato per solidarietà nei confronti delle vittime che devono subire ogni giorno soprusi verbali?

Che tipo di allievo hanno oggi i docenti, gli istruttori sportivi, è importante. Non spetta a noi nel transito educativo dire la “ devianza “, che va accertata in modi professionali. Possiamo solo dire che sul territorio deve crescere solidarietà. La poesia te la scrivo qui, accetto la sfida, con poche parole direi ancora D’Annunzio,certe pagine sembrano cercare il confronto con i tappeti di Persia,quindi propongono una superficie piatta, questa è l’idea che mi viene in mente, sai entrare nel pensiero, in questi casi, non è facile, bisogna rispettare privacy e sensibilità, non sempre lo spazio della scrittura esiste. Conoscessi persone famose, tra cantanti, attori, che non conosco purtroppo, girerei la tua domanda loro, dovrebbero spiegare le qualità che ci vogliono, non solo dei prodotti commerciali, quelle vive anche tra gli esseri umani, cosa che fanno sempre, le star della tv, in modo anche carino, a volte anche “ bellissimo “, una ” chance ” da prendere con loro per essere a favore e non contro, guardandoli ed ascoltandoli, soprattutto nella musica e nel cinema.

Grazie per il tuo tempo Giuseppe, a presto e auguri per tutto.

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