
BRISA è una storia nerissima, dove tutte le peggiori efferatezze arrivano all’improvviso.
È ambientata, tra il settembre e il dicembre del 1956, a Gorino, un paesino alle foci del Po, dove non succede mai niente E ha per protagonista Brisa, una ventenne abituata fin da bambina a fare i conti con un aspetto fisico imbarazzante – troppo pallida – troppo alta, con una treccia nera troppo lunga e due inquietanti occhi di colore troppo diverso che nasconde dietro un paio di occhiali scuri.
Ha un accenno di baffi e veste con vecchie palandrane che nascondono un bel fisico che tanto non vede nessuno.
Brisa vive con il padre e il fratello e sa di non essere come tutte le altre.
Il soprannome Brisa (che nel nostro dialetto significa Non farlo) le viene perché ficca brisa in tutte le frasi. È la stria del paese, una maledizione che la isola.
È la sensitiva che tutti cercano e temono. È quella che vede le disgrazie passando la sua lunga treccia sulle fotografie e che ama di nascosto Primino il figlio del Pompe funebri locale, senza essere riamata.
L’inizio è allegro: arriva il luna park per la festa patronale e un complesso suonerà i successi di quell’anno, si ballerà e si farà festa. Ma nella notte tra sabato e domenica, sparisce Lucianino il figlio della bella bottegaia del paese e la sua sparizione sfocia in tragedia.
I personaggi son gente semplice, si chiamano per soprannome, sembrano innocui e bonaccioni ma il marcio nascosto dietro a sorrisi e atteggiamenti amichevoli, uscirà presto allo scoperto. Prepotente, violento e spaventoso. In un crescendo di malvagità, sulle note del primo album di Elvis Presley verranno fuori: pedofilia, vizi e violenze famigliari. Le forze dell’ordine, rappresentate in due carabinieri inetti, faranno ben poco e sarà Brisa a risolvere il caso rischiando in prima persona ma riappropriandosi di tutto quello che la vita le ha tolto.
La vera e propria indagine comincerà solo dopo la parola FINE, quando il lettore avrà già la soluzione del caso.
Brisa ha anche ricevuto una lettera di complimenti di Pupi Avati che ha letto il libro ritrovandoci le atmosfere di molti suoi film.
Buona lettura e buone feste.
Paola Rambaldi

CAMBIO GIORNO SPECIALE NATALE
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