Vi consiglio di leggere l’intervista che ho rilasciato ad Alessandro Bagnato, https://www.blogalmente.blog/

Oggi ho il piacere di intervistare l’amico e professionista esemplare Giuseppe Di Summa. Una vita trascorsa nel mondo del basket con una passione vivissima per le nuove forme di comunicazioni. Il suo curriculum parla di esperienze radiofoniche in radio locali e web radio, con una grande conoscenza e studioso della musica internazionale. Ha creato da poco un contenitore che prende il nome di “CambioGiorno”, una nuova espressione del linguaggio comunicativo. Ma con lui discutiamo del legame tra sport e social.
D- Benvenuto sul blog “BlogAlMente”. Ti ringrazio per aver accettato l’intervista, è un orgoglio averti tra le pagine del mio contenitore.
Grazie per l’intervista, che sono sicuro potrà dare notizie sull’economia dell’informazione, sullo stato della macchina, il nostro computer oggi. Cose che tu fai benissimo. Cercherò di essere ordinato nelle mie risposte.
D- Ogni giorno ci accorgiamo che le nostre abitudini sono totalmente cambiate. Tu vivi costantemente tra i social, che noi tutti usiamo, è l’attività di Coach di Mini Basket. Com’è cambiato l’approccio dei ragazzi e dei loro genitori al mondo legato allo sport?
E‘ cambiato molto da quando venti anni fa ho iniziato, diciamo che l’impegno è sempre la cosa più importante, anche se nel lavoro di creazione di una società, di un centro minibasket, appare l’uso dei social, il tuo nome è cognome viene conosciuto anche grazie agli account. L’Istruttore deve sapere valorizzare il contesto educativo, creare delle relazioni concrete, non virtuali, riportare tutto allo sviluppo delle capacità motorie, sottolineare come si debba risolvere, oltre al problema della pigrizia che può dare un social, verso l’attività ludica, anche il problema dell’attenzione tipico nell’ apprendimento di oggi.
D- Internet è veramente un mondo variegato e senza confini. Esiste secondo te , un legame indissolubile tra sport e social? Perché amiamo notificare e condividere le fatiche sportive?
Accade che ti venga detto „ non sei allenatore, non sei atleta, non sei un professionista „, anche sui social, che per molti sono oggi una „ memoria storica „. Che il tuo nome sia ricordato fa piacere, visto che la fatica sportiva va elogiata, questo accade anche grazie ai social, dove a seguito di una vittoria leggiamo subito i post di condivisione del successo. I social vanno comunque utilizzati per creare un legame con i tifosi, per dire in modo esatto quello che fai, per vincere, allenarti. Uno strumento di comunicazione ha sempre il suo momento di analisi e di programmazione. Il social, oggi, ad esempio, viene usato per le dirette su Facebook per seguire la squadra del cuore quando è possibile, cosa interessante, positiva. I social servono anche a studiare il mercato dello sport, dal punto di vista pubblicitario,
D- Nella tua attività di esperto in comunicazione digitale, hai potuto costatare tutti i cambiamenti qui portati in esame, ma c’è qualcosa che sinceramente non pensavi che si propagasse come poi è accaduto?
Non possiamo andare avanti con questo bla, bla, bla, lo dicono molti oggi, i toni devono essere moderati, anche a costo di non pubblicare, post, che possono catturare audience, che sarebbero troppo sopra le righe. Per me bisogna essere molto cortesi con l’interlocutore. Oggi i grandi, influencer sottolineano cosa fare contro gli heaters i cosiddetti leoni da tastiera, che non cercano il confronto.
D- Abbiamo degli stereotipi sbagliati, secondo te, parlando ancora di sport in generale, che ci fanno credere in qualcosa di irrisorio? Il web è realmente come ci viene raccontato?
Se sei qui in campo e fai un canestro, pazzo, magari allo scadere, vai subito tra i video che piacciono ai tifosi, e quindi dai credito alla azione e ci credi ciecamente. Credi a un atto, no sportivo, ma vicino all’habitat che ogni giorno viviamo. Premesso però che fare un’azione del genere è veramente difficile. Il testo a cui credere, multimediale, ha il suo racconto, Il linguaggio dei nuovi media entra nelle nostre case, la nostra percezione è importante, oggi al modo di scrivere ha cambiato gli spazi. Spesso ripetere nelle foto, la sua bella o brutta figura, non è sufficiente. Il mercato del cinema, della letteratura, sa superare le cose banali, come sempre. Voglio salutarti, ricordando il grande sociologo Franco Cassano, che nel testo “Modernizzare stanca” che dice quello che noi dobbiamo recuperare, un esistenza meno competitiva, non orientata solo all’innovazione, nel decidere quale sia la nostra meta.