Intervista a Stefano Porcini

  1. Presentiamo il coach, la tua esperienza nello sport, i tuoi riferimenti,  come sei partito, ad esempio, con quali tecniche, hai impostato il tuo lavoro, sul campo ?

Mi chiamo Stefano Porcini , napoletano con una passione smodata per la pallacanestro tramandatami da mio padre. Gioco sin da  bambino , prima le giovanili poi le minors fino all’età di 37 anni. Premetto non ho mai pensato seriamente di allenare fin quando non mi chiama un amico per allenare una squadra U13 femminile, da lì in poi non mi sono più fermato. Sono cresciuto nel mito di Jordan e degli anni ’90 ma ho sempre guardato con un interesse particolare il mondo del college targato USA, così da allenatore ho sempre cercato di scolarizzare i miei atleti alla Princeton Offense. Dal punto di vista tecnico imposto il mio lavoro sui fondamentali (prima senza palla e poi con)  

  • Creare uno staff tecnico oggi, di cosa ha bisogno un’ allenatore, quali tappe debbono essere vissute insieme, quale gioco proporre ?

Non è mai facile creare un gruppo di lavoro per la complessità dei rapporti che si creano tra le persone. Un allenatore oggi ha bisogno di uno staff di cui nutre stima, solo con questa è possibile creare un rapporto sincero dove ci sia il rispetto dei ruoli. Un altro aspetto importante è la condivisione del progetto e la propensione alla modifica in corso, da qui quindi anche il come far giocare la squadra e che sistema di gioco attueremo durante la stagione. Ce da dire che quest’ultimo dipende molto anche dal materiale a disposizione e dal budget.

  • Le caratteristiche fisiche di un giocatore, le sue motivazioni, i gesti tecnici da proporre, nel settore giovanile, per un coach come è il rapporto con l’ideale di sport del suo giocatore, magari rimasto dopo le ore di minibasket, quando spesso si è illuminati dai campioni internazionali, non avendo ancora vissuto un vero e proprio allenamento?

Un ragazzino che sta per uscire dalla così detta fase Minibasket ha sicuramente grossa motivazione a passare al Basket (quello dei grandi), ma bisogna valutare con molta attenzione a che punto è del suo sviluppo fisico e psico-motorio, da questa analisi ne derivano le proposte che devono essere conformi al suo momento di crescita. Ritengo fondamentale creare gruppi omogenei per tutte le caratteristiche elencate in modo da avere una risposta tecnica fisica ed emozionale positiva su tutti gli atleti.

  • Su che cosa non fai sconti quando devi rinnovare il tuo impegno con una società di basket ?

Sul progetto, se non mi motiva non faccio sconti.

  • Oltre ai gesti tecnici, vi sono poi i principi, soprattutto nel settore giovanile, con cui creare una squadra, presentaci la tua impronta, su cosa spingi, cosa tieni a cuore ?

Tratto tutti i miei atleti e mini atleti da adulti. Ci diamo delle regole ad inizio anno che devono essere condivise. Rispetto tra i giocatori e senso di responsabilità, pretendo che ognuno di loro sia responsabile per se e nei riguardi della squadra.

  • La maggiore soddisfazione che hai avuto nella tua carriera sportiva (non solo per una questione di record )?

Portare un branco di ragazzini a giocare in un campionato senior quando tutti ci davano per spacciati, siamo riusciti a salvarci, levandoci anche qualche sassolino dalle scarpe.

  • Presentaci la tua attuale società, i tuoi gruppi, cosa fate, quali sono gli obiettivi ?

Quest’anno purtroppo non ho allenato (vedi domanda 4), c’era qualcosa che stavo valutando ma poi la pandemia  ha decretato la mia stagione finita senza iniziare.

  • Se non dovessi fare tu qualcosa oggi, per il tuo programma di allenamento, in cosa ti faresti sostituire psicologia, atletica, tattica, da quali capacità, valori, avresti bisogno come collaborazione?

Dipende dal livello in cui opero, ma reputo fondamentale l’aspetto psicologico e atletico potendo vorrei avere queste due figure nel mio staff. Queste figure devono essere ben integrate nello staff per poter portare avanti il progetto comune.

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