Intervista a Lorenzo Larry Leopizzi

Continua il questionario del 2020 della Filastrocca del Minibasket ( https://www.filastroccamb.it/ ). Con noi Lorenzo Larry Leopizzi


Presentiamo il coach, la tua esperienza nello sport, i tuoi riferimenti,  come sei partito, ad esempio, con quali tecniche, hai impostato il tuo lavoro, sul campo ?

Ho cominciato a giocare a basket quando avevo 13/14 anni, un amico mi convinse a provare a giocare nella sua squadra; cominciando a giocare iniziai a seguire anche il basket in tv, che proponeva una partita a settimana(per essere precisi il secondo tempo),da lì non ho più lasciato questo magnifico sport. Iniziai ad allenare giovanissimo, all’età di diciannove anni, e iniziai da subito a iscrivermi e frequentare i corsi biennali per istruttore minibasket e allenatore di base. Ero alle primissime armi, ma lavorare con i bambini e con le giovanili mi piacque fin da subito. Per i primi tre – quattro anni continuai ad allenare e giocare, ma poi scelsi di continuare solo ad allenare perché gli allenamenti da allenatore aumentavano sempre di più e non era facile conciliare tutte e due le cose, dovendo anche dedicare tanto tempo allo studio, essendo iscritto alla facoltà di scienze politiche dell’Università del Salento.

Creare uno staff tecnico oggi, di cosa ha bisogno un’ allenatore, quali tappe debbono essere vissute insieme, quale gioco proporre ?

Creare uno staff tecnico oggi significa appunto…..“lavorare di staff”, condividendo con i propri collaboratori idee e proposte tecniche. Sinceramente credo molto nel rispetto dei ruoli e nel valore di ogni componente dello staff, partendo dal proprio assistente con il quale si condividono giornalmente gli obiettivi e i progressi tecnici della squadra, ma anche tutte le sensazioni negative che vengono dal campo; con lui in base alle caratteristiche dei propri giocatori e all’idea di basket che si vuole proporre si stila una programmazione tecnica inizio anno, ma si è sempre pronti a rivedere alcune idee iniziali per poter far giocare al meglio la propria squadra. Ed infine c’è il lavoro imprescindibile oggi del preparatore fisico che in sintonia con i due allenatori si occupa della crescita sotto l’aspetto motorio di tutti i giocatori. È fondamentale nelle squadre senior anche il lavoro di scouting e video nella preparazione di una partita insieme alla squadra, in cui si vanno ad analizzare le caratteristiche degli avversari che si incontreranno la domenica, ma spesso anche per rivedere alcune azioni di proprie partite giocate, e andando ad analizzare alcune situazioni di gioco.

Le caratteristiche fisiche di un giocatore, le sue motivazioni, i gesti tecnici da proporre, nel settore giovanile, per un coach come è il rapporto con l’ideale di sport del suo giocatore, magari rimasto dopo le ore di minibasket, quando spesso si è illuminati dai campioni internazionali, non avendo ancora vissuto un vero e proprio allenamento ?

Il lavoro più importante di un istruttore minibasket e allenatore nel settore giovanile oggi secondo me è riuscire a far divertire e far appassionare i propri ragazzi, creando soprattutto nel minibasket delle proposte che diano la possibilità a tutti di esprimersi e di riuscire a svolgere il compito richiesto in base alle proprie caratteristiche fisiche e esperienza vissuta sul campo. Troppo spesso proposte “chiuse” non permettono ai bambini di tirar fuori la loro fantasia e spesso anche le loro emozioni.

Su che cosa non fai sconti quando devi rinnovare il tuo impegno con una società di basket ?

Quando inizio anno parlo con la società cerco sempre di avere quanti più spazi possibili sul campo per poter lavorare, chiarendo anche su obiettivi che nel settore giovanile non possono essere immediati, ma raggiungibili nel medio/lungo termine.

Oltre ai gesti tecnici, vi sono poi i principi, soprattutto nel settore giovanile, con cui creare una squadra, presentaci la tua impronta, su cosa spingi, cosa tieni a cuore ?

Nel settore giovanile è fondamentale far capire ai propri ragazzi che la pallacanestro è uno sport di squadra, e solo la crescita di ognuno dei componenti, sotto tutti gli aspetti, farà crescere tutto il gruppo. Così come ritengo questo fondamentale, è anche imprescindibile lavorare in ogni allenamento sul miglioramento di ogni singolo giocatore, sotto l’aspetto tecnico, fisico e mentale.

La maggiore soddisfazione che hai avuto nella tua carriera sportiva ( non solo per una questione di record )?

La mia maggiore soddisfazione è vedere le mie squadre crescere, giocando un basket che riesce a coinvolgere tutti i giocatori a referto, ognuno nel proprio ruolo in campo, formando così delle squadre competitive che quando entrano in campo giocano a viso aperto e senza timore di nessuno. Nel minibasket e nel settore giovanile invece, la mia idea è formare giocatori “autonomi” che in campo sappiano sempre cosa fare, senza bisogno dell’istruttore/allenatore joistik che guidi con le proprie urla ogni azione in campo(esempio: corri! passa! tira!)

Presentaci la tua attuale società, i tuoi gruppi, cosa fate, quali sono gli obiettivi ?

La società dove alleno è “ la scuola di basket Lecce”; abbiamo un solido gruppo di bambini nel minibasket, dove riusciamo ad avere gruppi di tutte le categorie(pulcini/paperine, scoiattoli e/libellule, aquilotti/gazzelle e esordienti; lavoriamo sia col settore giovanile maschile che con quello femminile, sino ad arrivare alla prima squadra maschile che milita nel campionato regionale di c silver(avendo conquistato due promozioni dirette in due anni). Io sono il capo allenatore del gruppo Under 16 femminile e della prima squadra maschile per il terzo anno consecutivo, coordinando il lavoro di tutto il settore giovanile maschile e femminile.

Se non dovessi fare tu qualcosa oggi, per il tuo programma di allenamento, in cosa ti faresti sostituire psicologia, atletica, tattica, da quali capacità, valori, avresti bisogno come collaborazione ?

Come già detto in precedenza il lavoro di staff oggi è fondamentale, e c’è bisogno di quante più competenze possibili per la crescita di ogni singolo componente della squadra, compreso lo staff tecnico. Cresce in maniera esponenziale oggi anche la figura del mental coach, che cura gli aspetti di relazione tra lo staff tecnico e la squadra, ed anche tra giocatori della stessa squadra, dove spesso il modo di porsi e di essere fa la differenza, e il discuterne singolarmente e in gruppo con una persona competente in materia può aiutare l’atleta a tirar ancora di più il meglio da se stesso.


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